Aggiornamenti vari (Comunicato Cisl)

Con l’incontro del 4 ottobre scorso con la ministra Giannini, e con quello successivo di lunedì 10 ottobre col vice capo di Gabinetto, si è aperta una nuova fase di confronto col MIUR, da tutti giudicata in termini positivi per il cambiamento di clima che i due momenti di discussione hanno fatto registrare. Non sono certo risolti né rimossi i tanti problemi che da tempo sono al centro della nostra attenzione e della nostra iniziativa, ma vi sono state “aperture” su questioni importanti (come gli organici e le assunzioni) e l’avvio di un percorso che ci vedrà impegnati anche per recuperare all’ambito del negoziato materie che investono aspetti importanti della gestione dei rapporti di lavoro.

Esiti dell’incontro del 4 ottobre

Oltre ad anticipare interventi su organici e assunzioni ripresi poi più in dettaglio nell’incontro successivo (e accennando anche al possibile varo del concorso per DSGA), si è ipotizzata la costituzione di tre tavoli di confronto che si svilupperanno a partire dai primi di novembre su tre temi:

  1. organici e mobilità
  2. procedure di assegnazione della sede ai docenti
  3. questioni inerenti il rinnovo del contratto di lavoro

Per quanto riguarda la mobilità, intendiamo riproporre le questioni ancora aperte dopo gli esiti travagliati delle operazioni di trasferimento, che oltre a penalizzare in molti casi ingiustamente diversi insegnanti hanno influito pesantemente sul regolare avvio dell’anno scolastico. Ne è parsa consapevole anche l’Amministrazione, che anzitutto ha proposto di anticipare i tempi per la contrattazione sulla mobilità 2017/18; non riscontrandosi la disponibilità al totale rifacimento delle operazioni, abbiamo ribadito fermamente la nostra richiesta di sanare comunque tutte le situazioni non risolte in sede conciliativa, perché non è pensabile che sia resa permanente e irrimediabile la lesione di diritti individuali.

Sulla controversa questione della cosiddetta “chiamata diretta”, resta per la Cisl Scuola l’esigenza di un complessivo ripensamento e di conseguenti modifiche da apportare a un meccanismo di incrocio fra domanda e offerta professionale inutilmente farraginoso, penalizzante per i docenti – che vedono venir meno il diritto alla certezza e stabilità della propria sede di lavoro – senza che tutto questo produca alcun significativo effetto di miglioramento alla qualità ed efficacia dell’offerta formativa. Ovviamente si tratta di un obiettivo che travalica l’ambito del confronto al MIUR, dovendo necessariamente contemplare l’ipotesi di modifiche legislative a nostro avviso opportune e necessarie, che potrebbero rivelarsi più facilmente praticabili proprio intervenendo nella fase in cui le discusse modalità di assegnazione della sede si applicano a una platea relativamente ristretta. Nel frattempo, poiché nei mesi estivi la materia era stata oggetto di una lunga trattativa, arenatasi proprio quando l’obiettivo di un’intesa volta a garantire oggettività e trasparenza delle procedure pareva quasi raggiunto, si è convenuto di riprendere il confronto dal punto in cui si era interrotto tentando di portarlo a positiva conclusione. Obiettivo resta quello di ricondurre le procedure di assegnazione a criteri e modalità che ne garantiscano la massima oggettività e trasparenza.

La questione contratto, anch’essa legata a fattori che investono le responsabilità del Governo nel suo complesso, primo fra tutti quello delle risorse economiche da destinare a una significativa rivalutazione del lavoro pubblico, ci vedrà riproporre l’obiettivo di ricondurre alla disciplina negoziale tutte le questioni legate agli aspetti giuridici ed economici del rapporto di lavoro e su cui anche l’applicazione della legge 107 ha prodotto inaccettabili invasioni di campo. Naturalmente si tratta di un tema che riguarda direttamente anche la contrattazione d’istituto, ingiustamente e a nostro avviso illegittimamente spogliata di prerogative importanti, ad esempio per quanto riguarda la gestione del bonus per i docenti, su cui anche le indagini da noi condotte confermano come sia stata in molti casi elusa persino l’informativa alle RSU. Anche l’Amministrazione è sembrata essere più consapevole dell’utilità di un confronto che favorendo l’individuazione di soluzioni condivise può produrre effetti positivi per una corretta gestione di problematiche complesse come quelle che investono l’organizzazione del lavoro nella scuola.

Esiti dell’incontro del 10 ottobre

L’Amministrazione – la cui delegazione era guidata dal vice capo di Gabinetto Rocco Pinneri – ha indicato in dettaglio gli interventi proposti dal Miur all’interno della legge di Bilancio che il Governo si appresta a varare il 15 ottobre, per presentarla alle Camere entro il prossimo 20 ottobre.

La legge dovrà anzitutto garantire la copertura finanziaria per l’esercizio delle deleghe previste dalla legge 107/2015, attraverso lo stanziamento di 215 milioni per il primo anno, che a regime diventeranno, dopo sette anni, 452. Le deleghe sono in tutto otto, più quella per la definizione di un nuovo Testo Unico delle disposizioni riguardanti la scuola.

Confermato anche l’obiettivo di un consolidamento in organico di diritto del personale docente di 25.000 posti, di cui 20.000 comuni e 5.000 di sostegno. L’operazione, che la Cisl Scuola ha da tempo e più volte sollecitato, avrebbe riflessi positivi sia ai fini del contrasto alla precarietà mediante la stabilizzazione di una quota significativa di posti di lavoro, sia per le opportunità che ne potrebbero derivare anche ai fini di un rientro dei docenti assunti in regione diversa da quella di residenza. Si tratta di un’opportunità che la stessa Amministrazione richiama esplicitamente fra le motivazioni delle sue proposte e che la Cisl Scuola ritiene debba comunque riguardare tutti gli ordini e gradi di scuola, ferma restando peraltro la necessità di prevedere quote di organico potenziato anche per la scuola dell’infanzia, rimediando all’evidente discriminazione operata con la legge 107.

Altra misura annunciata è l’abrogazione della norma che aveva previsto la soppressione dei comandi presso enti e associazioni ai sensi della legge 448/98, che verrebbero quindi confermati nella misura di 150 unità.

Per quanto riguarda il personale Ata, la legge darà il via libera per la copertura con contratti a tempo indeterminato di tutti i posti vacanti, il che consentirebbe l’assunzione di almeno 8.000 unità di personale Ata (i 5.000 posti attualmente vacanti più quelli liberati per effetto del turn over). Si prevede inoltre l’istituzione di 500 posti di assistente tecnico da destinare ai laboratori attivati ai sensi della legge 107/2015 nelle istituzioni scolastiche del primo ciclo di istruzione. Non riguardano il comparto scuola le 500 assunzioni cui il Miur provvederebbe con un piano straordinario che interessa gli uffici centrali e periferici dell’Amministrazione; si tratta comunque di una misura utile a sostenere la funzionalità degli uffici, messa a dura prova, specie nell’ultimo tormentatissimo periodo, da un’annosa carenza di personale.

Bonus, pubblicare o non pubblicare i nomi dei beneficiari?

Nella complessa e tormentata vicenda del bonus per i docenti meritevoli si pongono questioni relative agli obblighi e vincoli delle istituzioni scolastiche in merito alla pubblicizzazione delle decisioni assunte dal dirigente, al rispetto della trasparenza della procedura e contemporaneamente della privacy dei diretti interessati. La segreteria nazionale Cisl Scuola ha predisposto al riguardo una propria nota di approfondimento, nella quale fra l’altro si sottolinea come vi sia a nostro avviso un obbligo di informazione alla RSU sull’utilizzazione delle somme accreditate per l’attribuzione del bonus, non solo fornendo i dati aggregati di utilizzazione delle specifiche risorse economiche accreditata alla scuola, ma anche i nominativi dei docenti destinatari dell’avvenuto riconoscimento economico e dell’entità della somma a ciascuno assegnata.

SCARICA LA NOTA DELLA CISL SCUOLA

Come calcolare gli importi per il MOF 2016/17

Con nota prot.n. 14207 del 29.09.2016, nel rispetto del termine del 30 settembre previsto dal comma 11 della legge 107/2015, sono state comunicate alle scuole le assegnazioni delle risorse finanziarie relative all’integrazione al Programma Annuale 2017 per il periodo settembre /dicembre 2016 (4/12) e la comunicazione preventiva delle risorse finanziarie per il Programma annuale 2017, periodo gennaio/agosto 2017 (8/12).

FUNZIONAMENTO AMMINISTRATIVO-DIDATTICO

In applicazione della legge 107/2015, comma 11, sono state ridefinite le risorse relative al Fondo per il Funzionamento delle istituzioni scolastiche, incrementate per il 2016 di 123,9 milioni, per il 2017 e fino al 2021 di 126 milioni annui.

I finanziamenti sono assegnati in base ai parametri ridefiniti con Decreto n. 834 del 15 ottobre 2015. Evidenziamo che tra i nuovi parametri è prevista per l’anno scolastico 2016/17 una quota aggiuntiva:

  • di 12 e 20 euro a seconda del grado di scuola per le classi terminali che devono sostenere gli esami di stato
  • di 15 euro per alunno disabile
  • di 200 euro per le scuole con corsi serali, scuole carcerarie e scuole ospedaliere.

COMPENSO REVISORI DEI CONTI

Viene chiarito che il compenso è comprensivo degli oneri riflessi e dell’IRAP.

ALTERNANZA SCUOLA LAVORO

Le risorse già assegnate alle scuole rappresentano un acconto e saranno integrate a seguito di un’apposita rilevazione che sarà attivata dall’Amministrazione.

MOF 2016/2017

L’ipotesi di CCNI 24 giugno 2016 è ancora al controllo dell’ UCB. Tuttavia, in base all’ ipotesi di CCNI, sono state comunicate le risorse del MOF complessivamente disponibili per il periodo settembre /dicembre 2016.

Come di consueto, la Segreteria Nazionale (Ufficio Sindacale) ha predisposto il foglio di calcolo del MOF 2016/2017 e il prospetto con i parametri unitari .

Il foglio di calcolo contiene tre cartelle (FIS_MOF 4 dodicesimi; FIS_MOF 8 dodicesimi; FIS_MOF 2016_2017). Quella destinata all’immissione dei dati variabili per ciascuna istituzione scolastica (addetti, punti di erogazione, ecc.) è quella denominata “FIS_MOF 4 dodicesimi“. I dati inseriti determinano lo sviluppo del calcolo che avviene per tutti gli importi complessivi indicati nelle tre cartelle.

Limite dei 36 mesi per i contratti a t.d.: il conto parte dal 2016/17

Rispondendo a un intervento della sen. Francesca Puglisi nell’incontro del 21 settembre scorso con le Commissioni Istruzione riunite di Camera e Senato, la ministra Giannini ha confermato che ai fini del periodo di 36 mesi individuati dalla legge 107 (comma 131) come limite massimo per i contratti a tempo determinato il computo parte dall’a.s. 2016/17. La precisazione, quanto mai opportuna ancorché il testo della legge non lasciasse, a nostro avviso, adito a dubbi, dovrebbe sgombrare il campo da interpretazioni diverse che avevano visto porre talvolta in discussione il conferimento di supplenze a personale precario in servizio da oltre 36 mesi, conteggiando anche i periodi pregressi rispetto alla decorrenza fissata dalla legge.

Alcuni casi ci erano stati segnalati dalle nostre strutture e in riferimento ad essi siamo intervenuti immediatamente sul MIUR perché su una materia così delicata si facesse subito chiarezza. Le dichiarazioni della ministra, opportunamente sollecitate dall’intervento della sen. Puglisi, vanno nella direzione da noi auspicata e ne prendiamo positivamente atto, pur ribadendo che sarebbe auspicabile, sulla questione, una formale nota di precisazione da parte del MIUR. La stessa ministra, peraltro, ha dichiarato che avrebbe provveduto a dare i necessari chiarimenti.

Resta il nostro dissenso per una norma che di fatto scarica sui lavoratori precari le conseguenze di un abuso nei contratti a termine sicuramente non imputabile a loro responsabilità. Tra le tante disposizioni della legge 107 cui andrebbe rimesso mano vi è di certo anche questa, configurabile a tutti gli effetti come un “rimedio peggiore del male”.

LE DICHIARAZIONI SUI 36 MESI